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Chi ha interesse a revocare la CONVENZIONE?


La DEFINIZIONE di CONVENZIONE secondo le linee guida per la stipula di convenzioni, accordi quadro, protocolli d’intesa edita dall’ Università Politecnica delle Marche è:


“ un accordo tra due o più soggetti con il quale gli stessi regolano questioni di interesse comune. Nella pratica viene anche denominata accordo. Presupposto per la sua efficacia è il consenso di tutte le parti. Negli ordinamenti giuridici il concetto di convenzione tende a sovrapporsi a quello di contratto. Va però rilevato che nel nostro ordinamento sono contratti solo quegli accordi con le quali si creano modificano o estinguono rapporti giuridici patrimoniali (cioè suscettibilità di essere valutati in denaro). Nel sistema della pubblica amministrazione la convenzione ha acquisito una notevole utilità soppiantando il provvedimento unilaterale o autoritativo. Esso costituisce lo strumento per assicurare il coordinamento tra più soggetti pubblici. L’ordinamento assicura il rispetto delle convenzioni al pari dei contratti stabilendo che esse sono giuridicamente vincolanti: obbligo per le parti di comportarsi secondo gli impegni assunti."

“Da quanto detto emerge che la convenzione ha in sé una certa attitudine ad assicurare il proprio rispetto (è self-enforcing) che, tuttavia, è fortemente influenzata dalle valutazioni d'interesse delle parti: è possibile, infatti, che una di esse, in certe circostanze, possa ritenere più conveniente sacrificare il proprio "capitale" di fiducia o esporsi alle ritorsioni piuttosto che rispettare gli impegni assunti. Per questo motivo l'ordinamento giuridico interviene per assicurare in modo più efficace il rispetto delle convenzioni o, per lo meno, di quelle che ritiene meritevoli della sua tutela, rendendole giuridicamente vincolanti, ossia sancendo l'obbligo per le parti di comportarsi secondo gli impegni assunti (in ossequio al principio espresso nel brocardo "pacta sunt servanda") e prevedendo una sanzione in caso di violazione di tale obbligo.

Ora la sanzione che verrà richiesta includerà oltre i danni per la mancata costruzione dell’impianto di compostaggio anche i mancati guadagni per un periodo che va di 10 a 20 anni; presupponendo € 3.000.000 di mancato guadagno (e ci teniamo bassi come cifra) per 20 anni fanno € 60.000.000 esclusi i danni della mancata costruzione, che si potranno aggirare intorno ai € 7.000.000. In definitiva ritirare la convenzione vorrebbe dire caricare Erchie di un DEBITO nei confronti dell’ Heracle che supera i € 60.000.000 cifra che porterebbe il nostro paese al collasso e che per i prossimi decenni non consentirebbe nemmeno di chiudere la più piccola buca in mezzo alla strada o cambiare una lampadina dell’ illuminazione cittadina.

Erchie è disposta ad accollarsi questo debito e questo futuro?

Chi oggi vuole ritirare la convenzione, che ha dato il via libera per la costruzione dell'impianto di compostaggio della Heracle, ha informato la cittadinanza di queste possibilità? O non è a conoscenza dei risvolti giuridico-amministrativi che il ritiro comporta? O unilateralmente ha deciso il futuro del nostro paese senza consultare tutta la popolazione? Io come chiunque altro non posso rispondere per l’ intero paese o per una sua parte, quindi faccio un appello alle forze politiche e ai cittadini per un REFERENDUM dove, messi a conoscenza dei pro e dei contro che il ritiro della convenzione comporterebbe, liberamente potremo scegliere il nostro futuro.

Ciccarese Marcello

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